Sono oggetti in oro, argento, filigrana
finissima che, nelle forme rotonde o allungate, contengono spesso sottintesi di tipo sessuale.
Così avviene ad esempio, per i
bottoni di forma mammellare, per i campanellini, per i pendenti. Le tecniche di realizzazione
sono arcaiche e si ricollegano al sottile significato magico di antichi rituali che richiamano la
vita, la fertilità e l'amore.
Certo è che la grande varietà di monili,
reliquari, medaglioni, anelli, spille, braccialetti e collane, rappresentano uno spettacolo nello
spettacolo, una rassegna straordinaria di arte orafa che conferisce alle donne fascino particolare.
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Lo scrittore Paolo Orano
annotava: "le donne nuoresi hanno l'incedere delle Messaline", mentre un altro storico che
visitò a lungo la Sardegna, il Valery, nel 1836 scrisse "le contadine romane e napoletane, così
decantate, non sono affatto degne di essere le cameriere delle giovinette della Sardegna per
la ricchezza e la varietà degli ornamenti".
Giudizi sicuramente un po' troppo
generosi ma che testimoniano una cosa molto importante: il costume femminile dell'800 si era
evoluto notevolmente rispetto a quello, molto più castigato, che veniva indossato nei secoli
precedenti, quando, secondo alcuni studiosi, l'abito delle donne sarde era identico a quello
indossato da Briseide, la virtuosa e fedele schiava del mitico eroe greco Achille.
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COSTUMI DI TEMPIO - REGNO DI SARDEGNA
Incisione in rame (cm 29x21) di Bartolomeo Pinelli - 1828
(Bartolomeo Pinelli - Raccolta di costumi italiani i più interessanti... Roma 1828 - 50 tavole senza testo)
L'incisione qui riprodotta è di particolare interesse in quanto è una delle due tavole dedicate alle Sardegna da uno degli artisti più famosi dell'800, in una delle sue prime "Raccolte di costumi italiani".
Riveste un interesse ancora maggiore se si considera che è una delle prime incisioni riguardanti la Sardegna eseguite nel secolo XIX.
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