A. La Marmora - Voyage in Sardaigne. Paris - Turin 1840 A. La Marmora - Voyage in Sardaigne. Paris - Turin 1840 A. La Marmora - Voyage in Sardaigne. Paris - Turin 1840
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di Chiara Samugheo dal libro 'Costumi di SardegnÀ ed. L'Unione Sarda   Anticamente, infatti, sembra che le donne sarde non si facessero pregare troppo quando si trattava di mostrare le rotondità del petto. Forse in questo atteggiamento, come sostengono molti storici, non c'era malizia ma soltanto la necessità di rassodare quella parte del corpo che, dovendo provvedere all'allattamento, era ritenuta di fondamentale importanza nell'economia domestica, soprattutto se in casa c'erano bambini da crescere. Proprio per questa ragione, in passato, le balie sarde erano tenute in grande considerazione.
Comunque stessero le cose, questa abitudine di ostentare il seno non piaceva ai gesuiti che, nel 1825, decisero di mettere un freno ad una forma di esibizione che, a loro modo di vedere, rappresentava una tentazione troppo esplicita e, di conseguenza, una istigazione al peccato. Perciò, con l'aiuto di alcuni parroci bigotti, i padri gesuiti imposero alle popolane di coprire il seno con un apposito indumento. Nacque così "su parapettu".
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di Chiara Samugheo dal libro 'Costumi di SardegnÀ ed. L'Unione Sarda

Quelle qui raffigurate, come curiosità e divagazione sul tema "Costumi di Sardegna", sono delle cartoline degli anni '30 riproducenti due tempere del disegnatore Tarquinio Sini (1891 - 1943).
Sassarese di nascita e cagliaritano d'adozione, Tarquinio Sini, vignettista umoristico, caricaturista, cartellonista e grafico, realizza nel 1927 una serie di 25 tempere


Cartoline degli anni '30 riproducenti due tempere del disegnatore Tarquinio Sini (1891 - 1943)
Cartoline degli anni '30 riproducenti due tempere del disegnatore Tarquinio Sini (1891 - 1943)

intitolate "I Contrasti", poi riprodotte in cartolina, nelle quali ironizza sul contrasto tra le austere tradizioni sarde e le disinibite usanze moderne.
In queste due tempere "La toilette della padrona" e "Le gambine nude" si può cogliere facilmente non solo il contrasto nell'abbigliamento, ma anche lo stupore e la perplessità della ragazza in costume di fronte all'abbigliamento "moderno".

  Gesuiti e parroci, però, cantarono vittoria troppo presto, non avendo fatto i conti con la furbizia delle donne che obbedirono soltanto in apparenza. Infatti inventarono un parapetto mobile che, con l'ondeggiare del corpo, si spostava lateralmente lasciando vedere molto di più di quanto si potesse ammirare in precedenza.
D'altronde sembra che le donne sarde d'allora avessero un'abilità particolare nell'ostentare le proprie virtù fisiche e che sapessero valorizzare adeguatamente il proprio sex-appeal. Uno dei modi era quello di distribuire sapientemente sul corpo i meravigliosi gioielli che fanno parte del corredo di ogni costume.

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