Foto dal libro -Sagre di Sardegna- ed. L'Unione Sarda   Alla fine, Su Cumpoidori esce vestito con in capo un cilindro nero, la mantiglia, una camicia ricca di sbuffi e pizzi, il gilet e il cinturone di pelle. Un po’ grottesco, a prima vista. Ma c’è la maschera, bianca, sul volto incorniciato da una fasciatura con fazzoletti di seta, a scompigliare lo sguardo del neofita. L’espressione profonda di questa maschera trasforma Su Cumpoidori, lo rende inavvicinabile, inarrivabile. Da quel momento in poi, sino alla fine della corsa, il Cavaliere diventa un semidio sceso tra i mortali per dare loro buona fortuna e mandare via gli spiriti maligni.
A lui viene consegnata Sa Pippia de Maju, un fascio di pervinca avvolto in panno verde su cui è innestato un doppio mazzo di viole, simbolo della fertilità e della primavera.

A conclusione della gara, il Cavaliere agiterà Sa Pippia all’indirizzo della folla, impartendo la benedizione.
Nel locale viene quindi fatto entrare il cavallo e Su Cumpoidori deve montare in sella, badando sempre a non toccare terra. L’uscita dalla casa è festosa e il Cavaliere si avvia, con i suoi vice Capi Corsa, Su Segundu e Su Terzu Cumpoi, verso il percorso della Giostra.
  Immagini della Sartiglia

I rituali non sono ancora finiti. Il corteo raggiunge Sa Xea Manna dove è sospesa la stella. Ed il Capo Corsa vi passa sotto tre volte, incrociando la spada con Su Segundu. Gli squilli di tromba e il rullare dei tamburini danno il segnale di via libera. La Giostra può cominciare.
 
Foto dal libro -Sagre di Sardegna- ed. L'Unione Sarda   A Su Cumpoidori spetta il compito di aprire la Corsa alla Stella. Poi toccherà ai suoi vice e infine ad altre decine e decine di cavalieri. Dal numero delle stelle infilate dipenderà l’andamento dell’anno in corso. Alla fine, il Capo Corsa e i suoi due vice proveranno ad infilzare la stella con Su Stoccu, un’asta di legno lavorato. Prima delle acrobatiche e spericolate Pariglie, che regaleranno emozioni e paure sino al tramonto, Su Cumpoidori dovrà tenere fede ad un ultimo rito, Sa Remada, con il Cavaliere costretto a percorrere di corsa la pista disteso di schiena sul dorso del cavallo.
Solo allora la Sartiglia potrà essere dichiarata conclusa e il rito definitivamente consumato.

Ma sarà una semplice pausa. In attesa dell’edizione successiva, quando ancora una volta la folla si identificherà in quell’eroe, uomo e donna insieme, protagonista di una cerimonia pagano - cristiana che continua a ripetersi inalterata da secoli, forse da millenni.
 

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