Del mare la cucina isolana predilige i pesci cotti alla brace (orate, mormore, spigole,
triglie, muggini e anguille), mentre aragoste, gamberi, seppiette e arselle condiscono
pastasciutte e risotti.
Dalla tradizione pastorale provengono diversi tipi di formaggio, la cui produzione
è ora affidata agli stabilimenti caseari. Tra i più conosciuti sono il fiore sardo
(o pecorino sardo), a pasta dura, ottenuto dal latte fresco intero di pecora, coagulato
con caglio d'agnello o di capretto; il pecorino romano fatto con il latte di pecora
cotto e caglio d'agnello, a pasta dura e piccante; il dolce sardo, pasta molle e
di latte vaccino.
Del tutto singolare è su casu marzu
(lett. "formaggio marcio"): all'interno della forma si sviluppano minuscoli vermi
bianchi che, in tempi opportuni, riducono la pasta in crema delicata e piccante.
C'è poi una grande varietà di dolci: sebadas,
frittelle di pasta sottile ripiene di formaggio fresco e cosparse di miele, pardulas,
canestrini di formaggio e ricotta, bianchittus di albume e zucchero, pistoccheddus, pirichittus
e papassinas a base di farina, uova e zucchero. Le mandorle, infine, compongono amarettus, gueffus, candelaus e sospirus.
Molti i vini del Campidano, bianchi o rossi (Nuragus, Barbera, Monica, Cannonau, Moscato),
alcuni ottimi anche come aperitivi (Vermentino, Vernaccia). Caratteristici i liquori
digestivi distillati da bacche di mirto e su fil'e ferru, I'acquavite sarda, così chiamata dall'uso dei coltivatori
che interravano il distillato segnalandone la presenza con pezzi di fil di ferro conficcati nel terreno.
L'elenco dei ristoranti cagliaritani
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