Cagliari conserva ancora alcune manifestazioni caratteristiche della sua civiltà popolare.
La festa più importante è quella che si celebra ogni anno, il 1 maggio, in onore
di S.Efisio.
La storia vuole S.Efisio nato ad Elia, alle porte dell'Antiochia, in Asia Minore,
nella seconda metà del III sec.d.C. da madre pagana e padre cristiano. Arruolato
nelle milizie di Diocleziano, il giovane venne inviato in Calabria a combattere contro
i cristiani. Qui ebbe l'improvvisa rivelazione, suggellata dal segno della croce impressa
sulla mano destra. Ormai convertito, giunse in Sardegna per difendervi la supremazia
romana. Nonostane la sconfitta inflitta alle tribù Iolensi e Iliensi ostili a Dioleziano, il sospetto di infedeltà gravava su di lui.Lui stesso comunicò all'imperatore di
esseresi convertito al cristianesimo. Fu imprigionato, torturato, messo a morte.
sul patibolo eretto a Nora. Era il 15 gennaio del 303 d.C.
Da allora in suo onore si celebra la festa, che forse inizialmente avveniva in coincidenza con l'anniversario della
sua decapitazione. Solo con la terribile epidemia di peste del 1652 la ricorrenza
acquistò la solennità e il fasto che tuttora la caratterizzano. Terrorizzati dall'eventualità di un flagello senza rimedio, i consiglieri civici legarono la città al voto perpetuo
di un rito annuale, in segno della gratitudine per la salute riconquistata. Ed appunto
il mese di maggio, simbolo della rigenerazione della natura, fu prescelto per lo svolgimento della sagra.
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