E' difficile ritrovare in un area
territoriale tanto limitata (l'isola ha una superficie di poco meno di 24 mila Kmq ed una
popolazione di 1 milione 600 mila abitanti) un patrimonio musicale cosi ricco e variegato di
espressioni come quello che si riscontra in Sardegna.
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La musica tradizionale sarda è in
assoluto una delle più ricche ed antiche del Mediterraneo e si manifesta in canti polivocali o
monodici e nell'uso di strumenti alcuni dei quali tipici dell'isola.
Una delle forme più originali del patrimonio polivocale isolano è senz'altro il CANTO A
TENORES.
E' un canto corale affidato a quattro voci esclusivamente maschili e tipico dell'area barbaricina,
nel centro della Sardegna.
Anche in Sardegna vi sono tante di queste rievocazioni. Una però, è particolarmente amata dai
Sardi.
La voce conduttrice, detta boghe,
svolge il motivo musicale di base su versi di componimenti poetici che sono la principale fonte
del repertorio e che rispettano diverse forme metriche; le altre voci sono quella del bassu, che
si mantiene sulla stessa tonalità della voce solista con tono fortemente grave e nasale che la
distingue da sa contra; e infine sa mesa oghe dal timbro acuto.
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Coro Remunnu e Locu di Bitti |
Peppe Cuga |
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Queste tre voci, spesso anche con
l'inserimento ancora della voce solista, intervengono subito dopo sa oghe con un modulo dalla grande ritmicità, scandendo sillabe che non hanno un senso logico e che possono essere diverse a seconda dei centri di origine (bim-ba-rim..., bim-bo', ba-ri-là, ecc.).
Proprio in base a queste caratteristiche Andrea Deplano autore di un approfondito studio sul
tenore, ha individuato cinque diverse aree geografiche di questo canto le cui origini restano
ancora sconosciute.
Ma è forse la primordiale
produzione vocale di quelle genti della Sardegna centrale che per la conformazione
montagnosa di quell'area, erano spesso costrette ad una vita isolata, praticando la pastorizia
con lunghi distacchi dalle loro famiglie.
Un canto che per essere eseguito necessitava di momenti di aggregazione e che probabilmente
a quella natura, a quella vita nei campi si richiamava nel suo particolare modo di
esprimersi.
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