L'impressione è quella di entrare in un altro mondo.
La storia di Ingurtosu - si tramanda che il ricco filone di minerale fu scoperto da un fabbro di Arbus - è
indissolubilmente legata a Lord Brassey, il nobile inglese titolare della società Pertusola che fece costruire
nel 1900 la laveria di Naracauli, per quei tempi un vero gioiello di tecnologia. L'industriale morì tragicamente:
fu travolto a Londra da una carrozza, in suo ricordo venne costruito un monumento di fronte alla chiesetta del centro
minerario, in una splendida posizione che guarda verso il Mediterraneo.
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Naracauli - Laveria Brassey |
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D'altronde, tutta l'epopea delle miniere isolane
si intreccia con le vicende di alcuni celebri personaggi che tentarono di far fortuna in Sardegna sfruttando
le vene di piombo, zinco e argento di cui le montagne erano ricche. Pensiamo allo scrittore francese Honoré
de Balzac che si lanciò in un'improbabile avventura per tentare di risollevarsi da una pesante situazione finanziaria.
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O alla famiglia del pittore Amedeo Modigliani a cui
vennero accordati grandi vantaggi per ottenere la concessione a Buggerru. O a un oscuro dirigente industriale,
Henry Hoover, che soggiornò nel Nuorese per occuparsi di una miniera di rame prima di diventare presidente
degli Stati Uniti. Storie di imprenditori coraggiosi o sfortunati, storie di migliaia di uomini che lavoravano
nel buio delle gallerie spesso in condizioni disumane per strappare una paga per tirare avanti.
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Buggerru |
Buggerru - La spiaggia |
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Se Ingurtosu racchiude il fascino di una natura incontaminata
e del silenzio dell'abbandono, Montevecchio, nel territorio di Guspini, è la miniera dei primati: oltre cento chilometri
di gallerie, il pozzo più profondo (350 metri), la più grande laveria all'aperto costruita nel 1877. Scoperta nel
secolo scorso da un sacerdote, è la più imponente miniera d'Italia, quella conservata meglio perché chiusa soltanto pochi anni fa.
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